
Ciao! Mi chiamo Stefano Rosa:
imprenditore digitale, blogger, libero pensatore e di natura creativo e anticonformista.
Che faccio qui?
Fondamentalmente aiuto gli imprenditori digitali, o aspiranti tali, ad ottimizzare i propri risultati online.
LavoraDigitale.IT, apice della mia missione, è un ponte tra le mie pubblicazioni e l’unica Accademia Digitale fondata sulla TGT, la “Ten Groups Theory”.
Voglio aiutarti, in questo disordine digitale, a dare alla tua storia l’attenzione che merita.
Sono costantemente alla ricerca della libertà, fisica e mentale. Di fare quello che amo, vicino alle persone che amo, nei posti in cui amo.
Questo sono io.
Qui sotto ti racconterò di me e del mio progetto Lavora Digitale.
Non ho badato a spese!
Dopo queste righe trovi un riassunto del mio passato, una spiritosa biografia diciamo! 🙂 Dopo aver raccontato di me ho scritto qualche informazione in più sulle radici del progetto, la mia missione e le prossime evoluzioni. Clicca qui se vuoi passare direttamente in quella sezione. Buona lettura!
Capitolo 1: Driiiiin!
1981
Lunedì 4 maggio ore 14.21.
Nasce un incrocio tra un Toro, un Gallo e una Tigre.
Protagonista della festa e buon auspicio della settimana vengo alla luce senza respiro e con una spalla rotta.. In equilibrio tra spavento e felicità presi quattro sculacciate subito, appena al mondo, per farmi fare quel primo pianto, come se prevedessero già che da li a poco me le sarei meritate, data la mia predisposizione ai disastri infantili!
Toro per gli astri, Gallo per i cinesi, Tigre per i Buddhisti, fattostà che ci azzeccano: amorevole, altruista, preciso, deciso, tenace nel perseguire uno scopo, forte e paziente, predisposizione allo sport e.. ok.. anche dei difetti.. Testardaggine, possessività e materialismo. Dicono anche “scarsa capacità di autocritica”…
Ma non è vero! ?
1985
4 anni.
un solo ricordo: 1 metro di neve. Un evento più unico che raro nella bassa bresciana in cui vivevo. Montagne di neve!
1993
12 anni.
Dopo aver consumato il Commodore64 portato direttamente dalla Lapponia svolsi il primo corso privato per l’uso del “Personal Computer”. Mamma “Oracolo” disse: “Il compiuTTer sarà il futuro”!
MS Dos.
“C:/>”. Ci Duepunti Barra Maggiore. Sembra una formula di MagaMagò.
Talento. Mi intrippai subito. Non avevo nulla in mente. Ma la passione per tutto ciò che era digitale inizio a capillarizzarsi in me. Uscii a pieni voti. Eccolo li il piccolo nerd pallido dalle guacie cicciotte. Che già allora stracciava chiunque voleva sfidarlo ai videogiochi.
1995
14 anni.
Finiscono le scuole dell’obbligo. Felice e soddisfatto d’aver raggiunto quella adulata meta. Eccomi davanti alla mia prima decisione importante. Il primo bivio. Papà “Morpheus” mi dice da li a poco:
Pillola Rossa o Pillola Blu?
Scuola o Lavoro?
I miei primi istinti di libertà mi spinsero a rifiutare assolutamente di proseguire la scuola. La scuola era una prigionia. Lavorare con papà come piastrellista era la libertà, un reddito e finalmente quel 75 Malossi sullo scooter, il pc nuovo, la playstation.
Punto.
Col tempo capii che un lavoro qualunque, fatto solo per ottenere un reddito, non è nient’altro che una prigione costruita attorno a se. Sbarra dopo sbarra. Senza dubbio resta il fatto che trasmettere al figlio un mestiere che gli produca un reddito stabile è un gesto nobile. Son fiero di mio padre, mi ha donato un lavoro che mi ha dato la possibilità di guadagnarmi da vivere, soddisfare i miei sfizi e molti miei hobby. Ma ad un certo punto c’è da capire se quello che si sta svolgendo per 8 o 10 ore al giorno è davvero quello “che si vuole fare da grande”. Capire se ci si sta costruendo attorno un elegante cottage o una prigione. E fermarsi prima di essersi rinchiusi a chiave.
1997
16 anni.
Sbavando tra film di Bruce Lee, Vandamme e Chuck Norris mi appassionai perdutamente di arti marziali, kickboxing e Ju Jitsu. E dello sport in generale. Facevo un po di tutto, arti marziali, corse, palestra. Il toro tigrato che cantava alle prime luci dell’alba iniziava a tirar fuori i suoi talenti. Dipendente da BetaEndorfine mi allenavo ogni giorno e la passione per lo sport diede il via, nel ’99-2000, ad un importante percorso di formazione professionale in ambito di sport & fitness. Lessi ogni qual libro esistesse in commercio, seminari live sparsi per l’Italia, testi universitari. Intravidi la luce. Iniziai a captare quello che volevo fare da grande…
Si, tra una giocata a Tekken e una a Resident Evil.
1999
18 anni.
Libri di fisiologia muscolare.
Duri allenamenti.
Aprii la mia prima ditta. Artigiano. Seppur non amavo con tutta l’anima l’attività che stavo svolgendo l’essere artigiano soddisfaceva il mio bisogno di libertà. Sei un “Libero professionista” ora, mi dicevano.
Che figata.
2004
23 anni.
Un bravo artigiano. Adoro le cose ben fatte. Adoro essere competitivo. Non serve amare un lavoro per eccellere.
Il salto.
Mi avvicina uno dei miei mentori e mi dice “..Ma mica vorrai fare tutta la vita a posare piastrelle tu..” ..”Vuoi gestire un centro con me?”
La luce era li, a portata di mano. 23 anni, una passione, un opportunità.
E cosi sia.
La luce intravista, il sogno, era diventato realtà.
Da qui 3 anni pieni, senza orari. Facevamo tutto, estate e inverno, senza tregua. Qui si che il toro tigrato temprò i suoi talenti.
A proposito di talenti. A me anche il compito di creare le grafiche, le pubblicità, flyer e quant’altro.
Chiunque, da sempre, nota la mia passione ed il mio talento per tutto ciò che è digitale.
Proteine e PhotoShop, che spuntino!
Eccola di nuovo qui. La mia dipendenza dalla tastiera non tarda a farsi sentire.
E poi 3 anni di continua formazione professionale, deviata l’ultimo anno verso la “psicologia dello sport”. Il primo passo verso una nuova grande passione: lo “sviluppo personale”. Il secondo passo fu leggere “Fattore Fortuna”. Un libro che spiegava come le persone fortunate e non sono tali solo perchè credono d’esserle. Correlato da una serie di esperimenti.
Sbalorditivo.
E com’è che nessuno m’aveva mai detto nulla sul potere della mente?
Smisi di giocare ai videogiochi e vendetti la playstation.
Comprai libri sullo sviluppo personale.
PNL, psicologia del successo, psicologia del denaro, eccetera, eccetera.
Da li e nei 3 anni successivi andai ai seminari di:
Tony Robbins.
Roberto Re.
Alfio Bardolla.
Brian Tracy.
Robert Kiyosaki.
Tutti.
2007
26 anni.
La passione trasforma il lavoro in un passatempo.
Il lavoro può trasformare la passione in una pena.
Troppe ore. Troppo da fare. Troppo rinchiuso.
Nel 2006 il venditore di bike di spinning mi disse dandomi una pacca sulla spalla: “Mi piacciono i ragazzi devoti come te, che addirittura dormirebbero in palestra per essere attivi il prima possibile la mattina”.
Cosa??! Fu come se avessi preso un pizzicotto sulla guancia per svegliarmi da un brutto sogno.
Quel pizzicotto mi diede da pensare.
Sbarra dopo sbarra mi stavo chiudendo di nuovo in una prigione. Il pegaso tatuato sulla spalla iniziava a perdere le piume.
Sofferente e con qualche lezione di vita in più ritornai all’alternativa che meglio conoscevo per procurarmi un reddito. L’artigiano.
2008
27 anni.
Fine settembre, ore 7 di mattina, sveglia, un solo pensiero:
“Voglio un diploma”.
Come se fosse roba da poco. Da qualche tempo avevo quel senso di irrisolto. Non volevo un diploma per cambiare professione, elevarmi di grado o altro. Volevo solo un diploma.
3 anni dalle 7 di sera fino mezzanotte. 5 ore tra diritto, estimo e disegno su AutoCad. Lavorando di giorno ovviamente.
76 su 100. Ecco il diploma.
Uno scopo, un piano, tenacia e determinazione. Grande Stefano, ce l’hai fatta.
2010
29 anni.
Non che abbia mai smesso, ma finita la scuola ripresi a pieno regime le mie letture riguardo lo sviluppo personale, imprenditoriale e psicologia del denaro. Essendo che avevo 5 ore libere in più rispetto a qualche tempo prima iniziai ad interessarmi seriamente a tutte quelle attività ideali che rispecchiassero la mia indole di libertà. Non avevo preso nessuna decisione definitiva, adoravo solo cercare opportunità nuove magari da svolgere come hobby.
Trading.
Affiliation.
Blogging.
DropShipping.
E-bay marketing & co.
Mi tenevo aggiornato su tutto ciò che si muoveva online a riguardo.
Ero iscritto a talmente tante mailing list da non tenerne più il conto.
Il trading, nella sua generalità del termine, mi intrippò subito. La fotografia del trader in camiciola di seta bianca su una spiaggia caraibica mi faceva sbavare.
A riguardo capii solo più tardi una cosa:
Notebook + Sabbia + Sole + Sale = DISASTRO
Non lasciatevi mai più incantare da chi si propone in spiaggia col MacBook. Non esiste.
Il trading è una fantastica attività, ma se si vuole trarne un reddito medio va trattato come un vero lavoro. Non come un hobby serale o un “compra e vendi” sotto l’ombrellone. E poi serviva il capitale da investire, che non avevo. Almeno questo è il mio pensiero. Piano piano disinvestii quei pochi euro dai conti e cambiai strada.
La ricerca della libertà doveva andare avanti.
Studiai il sistema delle affiliazioni, il blogging, il neonato “InfoMarketig”. Conobbi i primi “guru” dell’online business: Italo Cillo, Max Cecco, Alex Billico, Giulio Marsala, Nicola Fiabane. E i big americani come Dan Kennedy , Frank Ern e Jeff Walker.
Posai gli occhi su “4 ore la settimana”.
Tim Ferris, un idolo. Ho consumato quel libro. Aveva codificato quel “LifeStyle” che per me era ancora un puzzle smontato in una scatola. Promotore della libertà mi affascinò già dalle prime pagine:
“Faccio parte della comunità del -Nuovi Ricchi-, la quale moneta sono il tempo e la mobilità”.
Tim ferris
Nella pratica significa procurarsi un reddito svolgendo un attività con il più alto tasso di automatismo (non automatica) e praticabile ovunque poiché svincolata dalla regola “lavoro fisico=reddito”.
Precisamente in linea con i miei valori, soprattutto il valore a me caro della “libertà”.
Investii tempo e denaro per formarmi il più possibile. Infine l’iscrizione a Cerchia Ristretta. Il corso numero uno che potessi mai fare. Italo Cillo ci sapeva fare. Ne uscii con le idee chiare, formato a dovere, ma purtroppo senza una vera e propria idea, un mercato in cui esprimere le mie doti appena apprese.
2012
31 anni.
Il dado è tratto. Voglio fare l’internet marketer. L’online business man. Il lavoratore digitale. Tanti nomi, una sola fotografia in mente: io, un pc, una fonte di reddito semiautomatica e tanti bei strumenti digitali da additare. Che passione. I love it!
E no, non su una spiaggia. Sotto l’ombrellone ci vado solo ed esclusivamente per svago.
Sempre in continuo aggiornamento, un unico problema: in che mercato mi butto? Il tecnico\consulente digitale? Oppure sviluppo personale? Secondo una accurata autoanalisi capii che queste erano le mie due grandi passioni e dove potevo esprimere al meglio i miei talenti.
Li mi dovevo concentrare.
Seppur consapevole di aver talento per tutti gli aspetti tecnici di un impresa online non mi sentivo pronto. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quei giorni. La sensazione era fondata.
Ero già consapevole che se si aspetta di “essere pronti” non si parte mai ma mi ci volle ancora qualche tempo per avere un progetto definitivo che mi “scaldasse seriamente il cuore”.
Quindi, lavorare nel “dietro le quinte” di imprese digitali? Ancora un frutto proibito.
Unica altra via lo sviluppo personale, altro ambito in cui ero preparato ed appassionato.
Prime ricerche di mercato. Una mischia. Cercai di farmi riconoscere in quel mare di gente che si pronuncia come “Il nuovo guru”.
Tutti fighi.
Ricchi.
Felici.
E con i capelli lunghi e folti.
Forti e Liberi. Il mio primo blog. Qui esponevo a modo mio il concetto di Forza e libertà, sia fisica che mentale.
Tra un articolo e un commento venni contattato da alcuni imprenditori amici che mi chiesero, “ATP” -A Tempo Perso- , se potevo seguire il lato SEO della loro struttura online e qualche sistemazione grafica. So quanto sia importante focalizzarsi su un progetto per volta. Ma la tentazione era troppo forte. Come la passione innata per tali attività del resto.
Ovvio che accettai.
Tagliando il tempo dedicato al progetto forti e liberi.
Scoprii da queste piccole esperienze un altra mia passione, o caratteristica caratteriale, la predisposizione allo sviluppo di progetti. Creare, sviluppare e amplificare idee dal nulla, far due chiacchiere con una persona ed elaborare come potrebbe “digitalizzare” i propri talenti, passioni e trarne un reddito, identificazione e definizione obiettivi, la schematizzazione e l’uso di mappe mentali.
Eccola li di nuovo. La luce.
Un tecnico perfezionista, passione per lo sviluppo di idee, passione per tutto ciò che riguarda la tecnologia e il digitale. Di acqua sotto i ponti ne era passata abbastanza, gli elementi per cogliere il frutto proibito c’erano tutti.
Nasce da li a poco la bozza di un progetto che solo un paio di anni dopo inizierà a fare i primi passi.
2014
33 anni.
Aggiornamenti continui, son sempre stato un ottimo cliente per gli infomarketer internazionali. Altro che strategie di persuasione!
Continua esperienza sul campo, praticamente a titolo “no profit” pur di farmi le ossa e soddisfare quella mia voglia di digitale.
Ebbene si, il progetto “QUASI” DEFINITIVO e’ scritto. A due anni dalla prima bozza.
“Online Partner project.”
Il primo nome del progetto, al quale solo successivamente, dopo una serie di vicissitudini ispiratorie, diedi un nome più “umano”.
“Lavora Digitale -O Sei Online O Sei Out-“
E’ lui. Ho ri-deciso cosa voglio fare da grande.
Il 2013\14 potrei incoronarli decisamente come gli anni della libertà. Primo per la definizione del progetto che cambierà potenzialmente la mia vita lavorativa, secondo perché il 2014 è stato il primo anno su 33 in cui ho deciso di fare qualche periodo di vacanza in più, spegnere il telefono, pensare a me, al mio futuro, alla mia ragazza conosciuta solo qualche mese prima, diventata mia moglie solo qualche mese dopo.
2015
34 anni.
Happy HoneyMoon!
3 settimane tra Thailandia e Bali.
Ho tempo per pensare, oltre alla mia neonata famiglia, al progetto, evolverlo, adattarlo.
Il progetto “Lavora Digitale” è QUASI definitivo. Eccomi arrivato, coltelli digitali affilati e mani in pasta.
Capitolo 2: “La Passione di Luca”
A proposito di vicissitudini ispiratorie…“Lavora digitale!”
Questo risposi al mio amico Luca che un giorno mi chiese come avrebbe potuto conciliare la sua passione per oggetti di guerra d’epoca con la possibilità di trarne un reddito, anche piccolo.
Per un appassionato di oggetti d’epoca che manco sapeva come accendere un pc non interessò molto la mia risposta.. Fatto sta che personalmente in testa..
Boom!
Lavora Digitale!
Ne acquistai immediatamente il dominio, senza nemmeno un idea chiara sul cosa farne.
Ecco la radice che ha alimentato tutto il progetto.
Nasce da un consiglio sincero ad un amico.
Nasce, fondamentalmente, dalla mia radicata convinzione che ogni persona dentro di se nasconde (o tiene nascosto, tanto “a chi vuoi che interessi…”) talenti, passioni, capacità ultra conciliabili con il mondo digitale al punto da poterne trarre un reddito.
“Dimmi chi sei e ti dirò come trarne un reddito online!”
Questo fu uno dei miei primi motti post “Cerchia Ristretta” di I.Cillo. Fantastica esperienza, ne uscii preparato ma senza un progetto personale vero e proprio su cui lavorare. O meglio, iniziai con FortieLiberi.it, blog che tratta in modo alternativo il concetto di “Sviluppo Personale”..
Quell’anno capii velocemente una cosa..
Che la mia grintosa passione per l’internet marketing, la progettazione e lo sviluppo di realtà digitali era forte.
Troppo forte da focalizzare in un solo progetto personale.
La piena espressione della libertà, valore per me importante, e la volontà di fare un “lavoro” massivamente calzante col mio carattere erano troppo elevate per continuare un attività artigiana dal quale provenivo o comunque da concentrare solamente in “Forti e Liberi”, anche se tratta un settore in cui credo ancora molto.
LavoraDigitale.it, fulcro del progetto, è un blog con il quale voglio trasmettere le conoscenze apprese in questi anni, sia a livello formativo che sul campo.
L’ho costruito semplificandolo e raggruppando in pochi ambiti tutta quella infinita serie di argomenti riguardanti l’imprenditoria digitale trattati in rete.
3 elementi fondamentali, “tecnica”, “contenuti” e “marketing”, ben curati ed equilibrati sono i pilastri che sostengono una stabile realtà digitale. E le tre macrocategorie di tutto questo blog.
Capitolo 3: “Il Primo Amore”
All’apice del progetto “Lavora Digitale”, dal 2015 al 2018 c’è stata diciamo.. l’espressione dei miei talenti e passioni messe sul mercato: DigiWork.
Non che non sviluppi più progetti, anzi, in QUESTA SEZIONE puoi trovare i livelli di partnership che offro tutt’ora.
Tuttavia DigiWork fu il risultato del mio bagaglio personale: le mie conoscenze, le mie esperienze, la mia creatività messe a disposizione di chi aveva un idea o un progetto da sviluppare.
Un servizio con il quale realizzavo (e realizzo) ogni qual sorta di progetto digitale valido mi venisse proposto su commissione.
Questo si che fu il mio primo amore, di natura sono uno smanettone, un progetto commissionato significava per me ore e ore a sviluppare template, progettare business flow, architettare loghi e grafiche.. I love IT!
..Ma poi..
Capitolo 4: “Dots”
Jobs disse ad un discorso che ogni esperienza va vissuta come un “puntino” e che ogni puntino, prima o poi, trova la connessione con altri puntini cosi da averne un senso, un valore aggiunto punto dopo punto.
Ecco, l’esperienza DigiWork, attività che mi ha tenuto con un ritmo serrato e testa china su vari progetti digitali, ha innescato in me la necessità di ideare, sviluppare e coltivare una metodologia ultra rapida ed efficace per generare e monitorare Business Flow alla velocità della luce, data la mole di lavoro che stavo affrontando.
Premetto che per natura ho bisogno di schematizzare e tener sotto controllo tutto, monitorare ogni strategia messa in atto e all’istante avere bene in mente il perché ho avviato una data campagna pubblicitaria o una comunicazione via mail (questo di tutti Business Flow che gestisco…). Al contrario vado in confusione, perdo il filo e con esso la motivazione.
E’ più forte di me!
La prima volta che andai in preda alla confusione stavo realizzando 3 progetti digitali simili allo stesso tempo, ad un tratto non capivo più quale campagna stavo facendo per uno, per l’altro e se il target era il caro e anziano “pubblico freddo”.. o “caldo”.. Avevo bisogno di un metodo. Idea! Presi un foglio, misi in alto il nome del progetto, lo divisi in 3 parti con una penna e scrissi rispettivamente a capo di ogni colonna:
- Non mi conoscono ma sono in Target
- Mi hanno visto
- Hanno comprato qualcosa.
Ecco, sotto ogni colonna scrissi tutte le tecniche, le strategie e i metodi, campagne pubblicitarie, ecc, utilizzate in quel momento per accompagnare le persone dal gruppo di sinistra a quello di destra.
Wow! Avevo il Business Flow di quel progetto su un foglio!
Massì certo che si parlava già di “strategia per pubblico caldo oppure freddo”, “parte alta o bassa del funnel”, “retargeting su chi ha già visualizzato”, ecc.
Ma mi è sempre sfuggito qualcosa. E non riuscivo a tenere sotto controllo tutto. Nei miei primi progetti, figuriamoci quando iniziai a gestirne più di uno.
Altra questione fondamentale, il focus. Ero sempre alla ricerca dell’ultima tecnica infallibile, un “segreto miracoloso” venduto a caro prezzo, per far funzionare un progetto, una campagna o chicchessia.. Bene, è ora di cambiare mi dissi. E’ ora di deviare il focus dalle mille strategie, pozioni magiche vendute online, alle persone.
Dunque, sempre sullo stesso foglio, presi ogni colonna e la divisi in 2 parti e scrissi in alto nella prima sotto-colonna:
- “Chi sono, cosa fanno?”
Dove elencavo le caratteristiche specifiche di tutte le persone che facevano parte di quella porzione di Business Flow. Uno screening specifico. E nella seconda sotto-colonna:
- “metodi e tecniche di passaggio”
dove sotto ho elencato tutte le tecniche, definite con un nome o un numero di “tecnica” o metodo, indispensabili per poter accompagnare tali specifiche persone dalla colonna di sinistra verso quella di destra. Ovvero dalla colonna “non mi conoscono” alla colonna “hanno comprato qualcosa”.
Ribaltai i risultati.
Scoperto l’acqua calda? Si, sentito dire mille volte. Magari è una situazione che funziona bene per chi, come me, necessita sempre del “quadro d’insieme”, del “monitorare tutto”.. Comunque sia.. La ricetta ha funzionato, la torta sfornata si presentava bene ed era buonissima.
Dai li di strada ne ho fatta tanta.. le “3 parti del foglio” son diventati 10 gruppi di persone ben distinte e il foglio incorniciato come reliquia è diventato in una serie di tabelle di monitoraggio di per se semplici ma complesse.
Nasce dunque la “Teoria dei dieci gruppi di mercato” che, per fare il figo con gli amici ho rinominato in “Ten Groups Theory”.
Capitolo 5: “Win & Win”
Wow, la ricetta funziona. Che ne facciamo ora, la tengo per me? La condivido? E se potessi allineare i miei obiettivi con quelli delle persone che mi seguono?
Un ottima situazione Win-Win.
Mi sono posto questa domanda: sono certo che sviluppare business digitali per il 100% del mio tempo sia davvero quello che “voglio fare da grande”? Mi piace insegnare e divulgare ciò che ho imparato negli anni, perché tenere tutto per me?
Non ti nego, oltretutto, che ho sempre sognato di creare un business basato sulla formazione.
Mi sono chiesto: perché non inseguire questo sogno?
Ecco come nasce l’idea di divulgare questa teoria e il metodo preciso che utilizzo per metterla in pratica.
Ecco come nasce Lavora Digitale Accademy.
Aiutare le persone a raggiungere i propri obiettivi, mentre io raggiungo i miei.
Etica folgorante.
Ten Groups Theory
Ho preparato 3 video del tutto free in cui svelo ogni segreto sulla mia “Teoria dei 10 gruppi di mercato”. Questi 3 video, già di per se al 100% esplicativi e completi di tutto il materiale occorrente, ti introdurranno alla mia Accademy.
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Questo è il progetto “Lavora Digitale” ed ho voluto condividerlo con te.
Son convinto che sto creando qualcosa di buono per il mondo (modestia a palate!).
Scherzi a parte, voglio farti destreggiare in questo grande mondo digitale, pieno di opportunità e di insidie.
Questo è il mio manifesto, la mia missione.
“Voglio aiutarti, in questo disordine digitale, a dare alla tua storia l’attenzione che merita.”
Stefano Rosa
Fondatore di –LavoraDigitale.it-
Pioniere della –Ten Groups Theory-